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martedì 5 gennaio 2016

Review: Io, Partenope


Carissimi lettrici e lettori,
ecco a voi un'altra recensione delle ultime letture. Non so se questo libro incontrerà numerosi favori o meno. Sicuramente la biografia storica di un personaggio è un genere, a volte, impegnativo e memore di materie scolastiche non sempre apprezzatissime. Io, personalmente, amo conoscere storie vere, sopratutto di gente che nella propria vita ha combinato qualcosa degno di essere raccontato. 
Partenope è stata una suora del 1600, e so già che le premesse potrebbero non essere delle migliori, ma datele un'occasione: ha sofferto tanto per aver cercato di seguire una propria personale visione della religione.
Ha cercato anche di dare un po' più di dignità al ruolo della donna in una società corrotta e superficiale. Solo per questo merita almeno una riflessione. 
Alla fine mi piacerebbe sapere se spendereste un po' del vostro tempo per conoscere la vita di una donna sconosciuta o se il genere non vi garba affatto. Non è per giudicarvi ma soltanto per conoscervi. In ogni caso, buona lettura.



Dettagli
Titolo: Io, Partenope
Autore: Sebastiano Vassalli
Editore: Rizzoli (settembre 2015)
Pagine: 282
Classificazione: Narrativa Italiana



Abstract
L’autore Vassalli, in quanto scrittore, si è posto come obiettivo quello di raccontare l’Italia. In questa sua ultima opera decide di fare un grosso salto indietro nel tempo, di ben 400 anni, per incontrare la discussa suor Chiara di MarcoLa donna, ormai anziana, decide quindi di raccontare la sua storia ad uno sconosciuto: da quando, ancora bambina, venne venduta dalla madre, il suo amore per la città di Napoli, le torture subite perché considerata eretica, fino all'amicizia con Gian Lorenzo Bernini.
In questo viaggio abbiamo la possibilità di conoscere una donna, messa in secondo piano dalla Chiesa, che ha voluto sfidare l’autorità ecclesiastica e la loro antica visione della donna come responsabile delle malvagità del mondo. 

Recensione
Comincio col dirvi che l'autore Vassalli è morto lo scorso luglio poco dopo aver terminato il libro che vi andrò a recensire. Era candidato al premio Nobel per la letteratura ed ottenne il riconoscimento alla carriera pochi giorni prima di morire.
Prima di questo libro non ho letto nulla dell’autore ma sicuramente rimedierò in futuro perché mi è piaciuto il suo modo di esprimersi e il tema dei suoi scritti: l’Italia e i suoi protagonisti, il passato ma anche il presente.

In Io, Partenope… viene raccontata l’Italia e gli italiani del XVII secolo, in particolare del centro-sud, territorio dove dimorano principi, viceré e uomini di chiesa in continua lotta per accrescere il proprio potere temporale. 
Tra Napoli e Roma si sposta suor Chiara di Marco, una religiosa come tante a quei tempi, asservite al volere di Dio ma anche a quello degli uomini, padroni indiscussi di tutto ciò che cammina sulla Terra. Il loro potere è diretta espressione di ciò che è stato scritto nelle Sacre Scritture e nessuno può contraddire tale principio, in particolar modo una donna. Chiara si inserisce in una guerra di genere a sua insaputa: non ha il preciso obiettivo di sfidare la legge dell’uomo ma comprende che il modo di pregare Dio, conosciuto fino a quel momento e tanto osannato dalla Chiesa cattolica, non le dà vero supporto, anzi la allontana dalla vera fede. Il rapporto diretto con Dio, raggiunto attraverso preghiere e suppliche personali senza l’ausilio della figura del prete o del vescovo, scardina tutto ciò che nel corso dei secoli si è voluto imporre alla comunità dei fedeli. Chiara, quindi, non solo ha un suo particolare modo di pregare ma lo insegna anche a coloro che ne fanno richiesta. Pertanto, è una donna fuori dai precisi schemi sociali di sottomissione e insegna dottrine prettamente maschili. Tale comportamento in quale modo può definirsi? Pura ERESIA, è chiaro! E come tale verrà punita dall'Inquisizione.
Vabbè nulla di nuovo sotto le stelle. Le autorità si sono sentite messe da parte e come è logico hanno contrattaccato. Chi ci è andato di mezzo? Ovviamente persone che la pensavano diversamente ma non per questo usavano metodi violenti per imporre il loro pensiero. Storie già sentite ma che mi fa sempre un certo effetto riascoltare, soprattutto perché ricucite in altri tempi, da diversi punti di vista e con differenti personaggi. Amo la sofferenza? Per niente, anzi essendo particolarmente empatica ne soffro molto, anche a distanza di giorni mi trovo a ripensare al dolore che queste persone sconosciute devono aver provato.

Passando alla prosa di Vassalli devo dire che è stata efficace. Chi racconta è Chiara stessa e lo fa in modo molto confidenziale. Non si sofferma mai su scene erotiche o particolarmente carnali, come ad esempio le torture, perché è una suora e come tale non sente l’esigenza di spendere troppe riflessioni su tali argomenti. Preferisce parlare di temi più spirituali e raccontare i fatti della sua vita in maniera cronologica senza soffermarsi comunque mai troppo sulle vicende. Descrive persone e luoghi secondo il suo personale punto di vista e, secondo me, in ciò ha eccelso la bravura dell’autore: con poche frasi rende chiari i contorni che delineano Chiara e la sua vita.
Peccato che non possa confrontare altre opere di Vassalli, sarebbe stato più interessante, ma provvederò!

Altro elemento che mi è piaciuto e che non mi aspettavo da questo autore che mi è 
www.lastampa.it
 parso alquanto serio e lineare (forse dalla sua foto!) è stato l’inizio e la fine del libro: un cerchio che si chiude. Inizialmente troviamo un uomo che si avvicina ad una donna, Chiara, e le chiede di raccontarsi. Alla fine, invece, troviamo Chiara, ormai familiare al lettore grazie alla narrazione, avvicinata da un uomo, definito di un altro tempo, che le chiede di raccontarsi. Questo misterioso uditore, che aziona il racconto di suor Partenope, non è altro che Vassalli che ritorna indietro nel tempo per conoscerla e farcela conoscere. Idea alquanto carina per un romanzo perché offre, a chi legge, un tocco di mistero e ambiguità; aspetti che non guastano mai nella vita.

Nel finale, Chiara viene messa un po’ da parte. Non parla più troppo di se stessa ma riflette sui personaggi che incontra e sull'avvento della modernità dei costumi [tipico atteggiamento di critica di un anziano nei confronti dei giovani!!!].
L’ultima parte, quindi, ruota intorno alla figura di Gian Lorenzo Bernini, ma devo dire che non mi ha conquistato molto come il resto: non mi ha interessato particolarmente, ecco. D'altronde Vassalli accenna ad alcuni episodi successi all'artista e di cui Chiara è stata testimone, niente di più. Evidentemente nella vecchiaia non le è successo niente di ché e in qualche modo il romanzo doveva andare avanti. Non facciamogliene una colpa!


In conclusione il libro mi è piaciuto. Ci sarebbero altre cose da dire ma facendo vari collegamenti poi non si arriverebbe a una fine! Se lo leggete o lo avete letto fatemi sapere. Non ci sono troppe recensioni in giro, per ora, e vorrei confrontarmi. Se la mia recensione vi ha portato a non leggerlo ditemi perché. Il mondo è bello perché è vario!!

  










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